Quest: Esperimenti pericolosi

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  1. RoxasDark
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    Esperimenti Pericolosi


    Sin dalla nascita, l'Uomo ha paura della morte

    leggemarziale

    fino alla fine, cercherà di sconfiggerla.

    "Attenzione. La cella di stasi degli esemplari da 1 a 127 sono danneggiate, sequenza di apertura irreversibile, evaquare lo stabile."


    È il giorno del giudizio vero? Abbiamo esagerato, abbiamo deformato tutto quello che Dio ci ha dato, e ora pagheremo.
    Forse no, ma ci va molto vicino.
    Nessuno poteva fare niente per evitare la serie di eventi che avevano portato all'apertura delle celle dei mutanti, la colpa non era di nessuno, piccoli errori di calcolo, infinitesimali, una regolazione sbagliata della temperatura, un ph appena troppo basso, e una normale ricerca sui mutanti si è trasformato in un incubo, un incubo che ora si espande veloce nella città:

    Mutantophobia: la paura irrazzionale di un essere mutante incontrollabile, il cui unico obbiettivo è quello di ucciderci e divorarci.
    Mutantophobia: quello che ora, ogni singolo scenzato del Majestic Lab X32A sta provando.
    Mutantophobia: cio che spinge le persone a fuggire calpestando senza ritegno anche i propri amici più cari, pur di salvarsi la vita.
    Mutantophobia: l'ultima cosa che proverai prima che uno degli esemplari X32A ti strappi la testa con un morso.
    Mutantophobia.



    Numero partecipanti massimi: 4
    Posti liberi: 3
    Premi: 50 EXP
    - Richard S. Le Roy
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    Edited by ‹yuüko› - 28/5/2012, 23:22
     
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    «Parlato di Richard»



    Stazione

    Mutantophobia. Il terrore di chi è diverso. In un mondo ideale, questa sarebbe una generica e corretta definizione, che delineerebbe persone deplorevoli. In un mondo ideale, quelle persone non esisterebbero. Così come non esisterebbero i "mutanti". Avrebbero un nome, un nome che non provochi ribrezzo, e vivrebbero normalmente accanto ad altre persone, diverse, ma anche loro normali.
    Eppure, il mondo ideale non esiste. Esiste solo il mondo reale, e nel mondo reale esistono delle cose: il normotipo, e tutto ciò che non lo è. Ciò che è diverso. Solitamente, una degenerazione della purezza insita nel normotipo.
    "Oh, quanto è ingiusto e razzista chiamare qualcuno mutante...!"
    Beh. E' un'affermazione coraggiosa. Perché ciò che sfugge ai buonisti (e sovente anche ai malvagi, ma questo è un dettaglio che conoscono solo i realisti) è che non tutte quelle persone "diversamente normali" sono... tollerabili.
    "Mutante": quante possibilità ci sono... E' un attributo che può essere imposto a miliardi di cose. E tra queste cose, c'erano anche loro. Creature che avevano perso quasi tutto ciò che poteva essere definito "umanità", e di cui non restava che un aspetto mostruoso ed un ego distorto.
    E lui, lui non aveva paura di dirlo. A lui, quelle creature, facevano schifo.
    La cosa divertente?
    Anche lui, entro una certa ottica, era uno "schifoso" mutante.
    Ma non era quella la cosa importante.
    Mutantophobia. Mutantophobia. Mutantophobia.
    Il treno si era improvvisamente fermato, lontano dalla stazione. Nell'altoparlante, non facevano che ripeterlo. "Niente panico", "Non fatevi assalire dalla Mutantophobia", "Il treno tornerà indietro".

    «Mutande-che...?»

    Chiese un uomo. Era un uomo qualunque, entro certi limiti. Certo, aveva la sua dose di stranezza eh, dietro le sue spalle portava un'imponente spadone, ed al fianco c'era la fondina di una pistola. Sarebbe stato preoccupante vederlo alzarsi così di colpo, se problemi più urgenti e spaventosi di uno come lui non fossero a meno di 50 metri di distanza.
    Forse solo per quello, un "uomo spaventoso e pericolosamente armato" appariva ora come un ragazzo un po' sprovveduto, scarpe da ginnastica, jeans, maglietta bianca di chi sa quale mercato americano ed appariscente giaccone rosso. Un solo guanto, ed occhiali da sole con lenti arancioni. Capelli neri.

    «Mutantophobia...!» Si affrettò a spiegargli una donna con molto più sale in zucca. «Ma non hai capito?! C'è un attacco di mutanti! Sono alla stazione! Stanno ammazzando la gente!»

    Si, magari si stavano anche bevendo il sangue di unicorno e stavano facendo l'uncinetto assieme a Hook, Capitan *nonlodicosennòinfrangoilcopyright*.
    Sciocchezze. Balle. Creti...

    «Siediti! Il treno sta per ripartire! Stiamo scappando, quindi non spaventarti!»

    ERESIAAAAAA!!!
    LUI! SCAPPARE! DA DELLE MUTANDE!
    Sia mai.
    Eppure era troppo tardi: un sinistro rumore ed un brusco strattone avevano decretato che il treno stava ripartendo.

    «Troppo tardi 'sto ca***.»

    Esibizionista. Semplicemente esibizionista. Per non dire un idiota totale.
    Un salto dritto per dritto contro il finestrino del treno, mandandolo in frantumi e rotolando al suolo. Rotolando molto. Ma veramente molto, tanto che dopo poco si capì che se la stava tirando. E quando si alzò, pugno destro sul terreno e palmo sinistro sul ginocchio, portò gli occhi 50 metri più in là. Eccola, la stazione.
    Alcuni pensieri, giusto tributo a chi aveva lasciato indietro. Raphael... era un fottuto zombiefobico, ma entrambi sapevano che aveva sempre sognato una cosa del genere. Qiàn... santo cielo, per una volta, un'altra volta, c'era una scusa per scatenarsi, anche lei sarebbe stata felice. Daniel... a lui non sarebbe fottuto un emerito cazzo, ma per una bottiglia di vino anche lui ci si sarebbe fiondato a capo fitto. Zaho... il suo badile sembrava essere nato apposta per quel giorno che si stava perdendo. Hime... fidata compagna, a quanto pare quest'oggi l'aveva un po' maltrattata... solo sei colpi in canna, ed uno spadone dietro la schiena, che fremeva al desiderio di essere usato. Ragnell... forse avrebbe avuto un motivo d'essere. Per la prima volta, se si escludono quei fottuti cinghiali-drago-banana, avrebbe calato la sua lama sul sangue.

    «Sei proiettili, una stazione, e gente che corre urlando spaventata dalle mutande. Qualcosa mi dice che questo è il mio giorno fortunato.»

    Cool story.
    Perché lui era faiko. Vero Shu...?
     
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    Train station
    Mutantophobia

    6. E’ il numero che tendo a ripetere troppo spesso, la causa della mia venuta in questo posto che puzza di gente marcia e di medicinali. 6, come le giornate trascorse dall’incendio al supermarket in cui sono stato coinvolto. Potrei dire tante cose su quel numero, ma oggi non vi è proprio la voglia di raccontare balle. È da un po’ che ci penso, che penso a quanto il mondo potrebbe andar meglio senza la Majestic, senza tutte quelle stupide leggi che tengono la gente del posto come cani al guinzaglio. Obbligati ad essere modificati, obbligati a vivere nell’ombra con il terrore di terminare dritti sotto i ferri –magari sporchi- dei laboratori scientifici. Le strutture mediche costruite proprio per mandare avanti il progetto dell’agenzia si sono rilevate, almeno alcune, dei veri e propri forni con una capacità incredibile: dare alla luce una menomazione identica ad almeno 120 cavie se non più, invertendo il processo di trasformazione così da renderli dei reietti da guerra.
    In giro per le strade non si vedono altro che persone, esseri viventi in preda ad un comportamento raro difficile da vedere abitualmente. La gente scappa dalla stazione, un luogo dove normalmente corrono al contrario temendo di perdere il mezzo di trasporto più versatile assieme alla metropolitana per viaggiare da un luogo all’altro. Nei loro occhi soltanto la voglia di scappare, il terrore di andare in contro a qualcosa di insostenibile e di diventar vittime di un qualcosa di una nuova e insipida realtà.
    Continuo a camminare come se nulla fosse mantenendo alle labbra la lattina di soda con la mano destra mentre la sinistra vortica nella tasca in cerca di quel cavolo di cellulare per farci chissà cosa. Non ho numero memorizzati sopra, e non invio un messaggio da quando ho deciso di acquistarlo al centro commerciale prima che l’esperimento iniziasse.
    Cammino per un lungo tratto percorrendo il ponte che congiunge due lati diversi della strada, ma come prima il caos non accenna a diminuire tant’è che, proprio per colpa di quella stupida baraonda, un corpo improvviso viene sopra di me in preda al panico sbattendo alla mia schiena e ruzzolando un po’ più in là. Il vero problema di questo incidente non è tanto il fatto di esser stato disturbato ma quello di aver perso la quasi totalità della bevanda ruzzolata chissà dove giù per la strada.

    Sssscusami ta-ta-tanto, n-non volevo colp-

    Ohi..

    A-aspetta ti ho chiesto anche scu-

    Oggi non è giornata, ma se mi dici perché tu e quegli altri scorrazzavate come agnelli dietro un lupo potrei anche ripagarmi della soda senza farti perdere 10 chili in una botta.

    Seppure la mia forza non sia molta, contando sui vettori posso tranquillamente sollevare il ciccione e capire la reale motivazione di tutto quel trambusto. Muove un po’ le gambe dimenandosi goffamente e mentre strizza gli occhi a mandorla mi indica con un braccio moscio la direzione da prendere e il reale motivo di questo inferno. Mutanti eh? Quindi la Majestic avrà fatto un’altra delle sue porcate geniali, non accontentandosi di tutto il casino già fatto dalla sua fondazione.
    Sospiro e prendo ciò che mi spetta di diritto, lasciando scivolare lui sul mattonato come un sacco di patate e il suo portafogli privo di qualche yen e mentre arraffa tutto per scappare con la coda tra le gambe, mi soffermo qualche istante sul posto per capire quello da fare. Se voglio divertirmi o lavarmene le mani.. dopo tutto non è mia questione, chi ha rovinato questo paese dovrebbe anche assumersi le responsabilità ma come si sa spesso e volentieri, sono proprio coloro che “governano” a sbattersene altamente di ciò che succede attorno. E se c’entrasse con il progetto? Se questo evento fosse un chiaro segno di un ritorno al passato? Vivere come normale persona non è così facile eh?

    *Quella maledetta scrofa di una dottoressa, dovrò fare due chiacchiere con lei prima o poi. Me ne sbatto degli zombie, se ripulissero un po’ spazzatura sarebbe ancora meglio.*

    Però ci vado comunque, e non c’è un motivo reale. Forse voglio solo prendere un treno per qualche posto sperduto ma dubito che mi lasceranno passare.
    E mentre una folla folta come un’onda acquatica mi travolge il tempo sembra rallentare finchè l’odore di marcio non si insinua nelle orecchie e qualcosa di diverso da un umano inizia a fissarmi in lontananza.



    codice scheda © mædmalaïne maelström


    Edited by ‡Genkishi™ - 11/6/2012, 20:58
     
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  4. RoxasDark
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    Molto bene, andiamo avanti, dato che non è ancora il momento per una bella narrazione di avanzamento, direi che potete continuare a dirigervi alla stazione (ovvero l'epicentro della fuga mutante, dato che il laboratorio segreto era li sotto (mi ero dimenticato di specificarlo)
    potete uccidere e maciullare tutto quello che vi pare, basta che ricordiate che sono mutanti evoluti tipo macchine da guerra, non semplici zombies, cmq mangiano cervella^^
     
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    Stazione

    Si alzò piano, lentamente.
    Si tirò su facendo pressione sul palmo, inarcando la schiena in modo innaturale per poi raddrizzarsi, la testa ancora china, le spalle lievemente asimmetriche, la mano destra portata all'elsa dello spadone. Respirò lentamente, prolungando ogni inalazione, esalando in modo silenzioso e spettrale. Nella sua mente, i pensieri si susseguirono uno dopo l'altro, fino a terminare improvvisamente. Aprì gli occhi.

    Veloce. C'erano molti modi per descrivere lo scatto repentino, molte parole da spenderci, eppure l'unica definizione che lo inquadrava era quello di "veloce".
    Vi era grazia in quelle falcate che si susseguivano senza sosta? Vi era finezza nel modo in cui i suoi piedi smuovevano le pietre affinché gli cedessero il passo? C'era eleganza nella nube di polvere che ogni suo passo sollevava...?
    Lui non era un critico d'arte né un nobile od un artista. Solo uno il suo pensiero: doveva fare in fretta. Lei non era ancora arrivata, e lui aveva il dovere di precederla. Di accoglierla.
    Per questo non avrebbe conosciuto requie.

    Quando finalmente giunse all'interno della stazione si limitò a saltare fuori dai binari, raggiungendo la fredda pietra della pavimentazione.
    La Tokyo-eki era una struttura incredibilmente grande, almeno per i suoi canoni, ed in qualche modo lo disorientava. Ciò non di meno, non rallentò la propria marcia. Nemmeno quando, in fine, iniziò a veder traccia del sangue.
    Dapprima erano solo radi cadaveri immersi in pozze maleodoranti, ma più si avvicinava all'ingresso più i corpi ed i segni della lotta aumentavano.
    Fino a quando non apparve il primo.

    Non lo vide chiaramente. Non lo distinse bene. Semplicemente, capì che non era un comune umano. Si trattava di un Modified. E tra le sue braccia una donna urlante.
    La uccise.
    Quell'aberrazione la uccise.
    Ed iniziò a divorarne le carni.
    La mano si strinse attorno all'elsa, ed il movimento fu rapido, quasi invisibile.
    Ora stava correndo brandendo uno spadone lercio di sangue, mentre dietro di lui qualcosa si accasciava diviso in due parti nette.

    La cosa non sarebbe finita lì. Ce n'erano altri. Ne era sicuro. Altrimenti non si sarebbe potuto spiegare l'improvvisa comparsa di un Hud con tanto di punteggi, e kills recanti "0".
    Quella era solo la opening, la vera azione iniziava adesso, coronata da una gigantesca domanda apparsa in sovrimpressione:

    Ready...?

    Era veramente pronto ad immergersi in un bagno di sangue fatto di nemici che uscivano dalle fottute pareti, stanze buie e senza luce, trappole, munizioni nei posti più impensabili, labirinti, trabocchetti, rompicapi e nessun "continua", in una partita multiplayer "up to 4" dove "coop" non stava scritto da nessuna fottutissima parte...?

    «Cazzosì.»

    E poi... non aveva ancora visto queste famigerate mutande di cui tutti avevano tanta paura.
    Non sarebbe morto, prima di scoprire da quanti secoli non venivano lavate.
     
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    Mentre continuo imperterrito la marcia verso i mutanti, ne noto uno a circa 30 metri di distanza che sembra fissarmi senza un reale scopo. Mi sento in soggezione, non tanto perché ho una sorta di zombie a pochi passi ma perché mi fissa. Ed è male, oggi non è giornata per essere fissato.. soprattutto da schifezze che tutto hanno tranne che l’umana forma. Volta la testa a sinistra, forse dato lo scarso rumore delle mie scarpe le sue orecchie hanno sentito altro dato che molto spesso mostri del genere riconoscono la presenza di una preda non tanto dagli occhi quanto dalle orecchie. Un vecchio sulla sessantina,un signore in giacca e cravatta giunto alla stazione forse per prendere un treno, si trova ora con una pistola sollevata verso le bestie anche se il suo braccio dimostra quanto se la stia facendo sotto dalla paura. Inoltre mugola e indietreggia sparando il primo colpo a casaccio terminando con il beccare la testa di una donna ancora incolume, madre di una bambina. È proprio accanto alla piccola che la madre cade come se spinta dalla forza di quel proiettile verso destra, immergendosi lentamente nel sangue del suo cranio e delle decine di persone ormai morte. Che scena schifosa, pura spazzatura riversata al suolo che aspetta di essere mangiata prima di putrefarsi.
    La bambina piange, inizia a farlo e conseguentemente attira su di se un piccolo gruppetto di quadrupedi alati, nudi e privi di qualche pezzo ma capaci di ingoiarsi persino una cranio seppur prima del sangue vi siano le ossa. O lo bevono come si fa nel caso del latte di cocco? Non mi direte che sanno usare la cannuccia, se fosse così quasi quasi li costringerei a diventare miei servi.

    Mamma..ehi mamma..mamma..mamma..mamma..

    Il suo infinito e ripetitivo ciclo di parole non fa altro che attrarre a lei quell’orda che adesso vuole impossessarsi del suo piccolo corpo per farci qualcosa di macabro, magari una spremuta, magari salumi affumicati o anche della carne in scatola per gatti.
    Sospiro un po’ stufo della situazione che ha fatto sprofondare tutta la città nel panico seppur sia ancora a livelli mediocri. Forse è meglio mettere a tacere questi aborti e pensare ad avanzare, voglio assolutamente un biglietto. La cosa che mi fa eccitare maggiormente non è tanto la loro forma quanto la possibilità di uccidere in massa senza essere disturbato, magari potendo anche diminuire la distanza dal livello 6.. sperando che possa esistere davvero, una cosa tale.

    Eheheheheheh..AHAHAHAHAH..joke? ah, ora ricordo. Stiamo giocando.

    La disposizione di pezzi di metallo in terra mi permette tranquillamente di usarli come palloni da calcio ma con una velocità ben oltre la media, quasi veloce come quella di un proiettile. Questo ovviamente per un inizio di divertimento, anche se dubito la finirò qui senza prima averli infilzati come si deve o bruciati con esplosioni incandescenti. Toccando poi un automobile a pochi passi dalla posizione attuale, la faccio schiantare direttamente su quel gruppo già preso prima di mira, creando un bel botto con tanto di fuochi d’artificio. E poi ci sono i binari.. e c’è tanto vento.. delicious.

    Va via poppante.

    Non un atto delicato, semplicemente una folata di vento per spazzare il più lontano possibile la ragazzina in direzione di chissà quale punto del paese.
    La mia vista è focalizzata su un gruppo sempre più folto che ha voltato il capo in mia direzione. Non aspettavo altro.


    posto così che son di fretta, domani metto in schema ^^
     
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  7. RoxasDark
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    allora... due cosine, Gen, metti in schema l'ultimo post e togli dallo schema l'autoplay della musica, disturba.
    Hyl... boh... mi sono dimenticato cosa dovevo dirti, mi verrÀ in mente, non dubitare; detto questo, vi introduco il primo mutante davvero pericoloso (gli altri li potete descrivere un pò a vostra discrezione, basta che non vi prendiate troppe licenze: mutanti, qualche cosa di pericoloso, dimensioni al max 1,5 o 0,75 volte un umano, niente poteri che potrebbero mettere in difficolta un modified, robetta in pratica, e ora passiamo all'introduzione del nuovo mostro.

    P.s.: è proprio con questa nuova bestiaccia che voi vi incontrate, e poi tenterete di trucidarla, NON RIUSCIRETE A FARLE UN GRAFFIO! (per ora)



    Strappò un nuovo morso dalla sua vittima, un giovane uomo ormai morto, ingoiandolo quasi intero, mentre il sangue, rosso e caldo, le schizzava in faccia e sul pavimento, con un secco colpo di mano, affondò nuovamente le unghie nella sua pancia, strappando fuori altri pezzi di rgani interni e divorandoli voracemente. Intorno a lei c'erano alcuni suoi compagni, esseri inferiori che avevano deciso di seguirla, ritenendola più forte. Stupidi esseri inutili, lei era superiore, aveva l'intelligenza.
    Si alzò, leccandosi le labbra intrise del caldo liquido rosso che tanto bramava e che la mandava così in estasi, e si passò una mano sulla coscia, dove aveva un morso, come su alcune altre parti del corpo, l'unico ricordo di alcuni mutanti fra i più stupidi che avevano provato a divorare anche lei; ora di loro non rimaneva che un mucchietto di carne tritata.
    Si diressi verso il piano inferiore, dove aveva sentito dei passi, due persone, probabilmente uomini a giudicare dell'andatura, chissà che gusto avevano.


    Dati sulla mutante:

    Nome: MAJ-123 >>> Alba
    Punto Debole: Occhi
    Capacità: Le sue traccie sono vive e senzienti, indistruttibili, e dure come acciaio, Alba le usa come frusta o per fare a pezzi i malcapitati che gli arrivano a portata di... treccia. [Lunghezza per treccia: 2 Mt]
    Plantarum: Quelli che potrebbero sembrare dei semblici guanti borchiati sono in verità dei plantarum che potenziano a dismisura la fora che Alba ha nelle braccia.

    Segni particolari: È dotata di media intelligenza.




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    Stazione

    Go for it!

    Si comincia.

    Un pensiero fugace, nato assieme a quella scritta apparsa davanti ai suoi occhi, e scomparso con il medesimo effetto "fade-out".
    Fu ora, fu in quel momento che la sua corsa folle non si limitò più ad essere "semplicemente" una corsa folle, ma si trasformò in un vero e proprio Rush contro tutto e contro tutti, contro chiunque si opponesse a lui ed all'obbiettivo di quella sottospecie di "gioco": scendere nel lair, arrivare all'ultimo livello, e fare il mazzo a stelle e taralli al Boss Finale.
    Una persona normale, al suo posto, sarebbe scappata. Una persona normale, al suo posto, si sarebbe chiesta cosa s'era fumata per vedere cuoricini, quadratini e numeretti dappertutto. E poco ma sicuro, una persona normale non avrebbe pensato a tutte quelle puttanate, quanto piuttosto a scappare dall'apocalisse.
    Ma si sa, la storia non racconterà mai di Al che era scappato terrorizzato, di Jhon che aveva ingoiato il terrore per aiutare una povera ragazza a fuggire, o di Jack che aveva sacrificato la sua vita per permettere ad un bambino di salvarsi.
    Loro erano persone normali. Nel loro piccolo, speciali e coraggiose, oneste e giuste, chi lo sa, magari le migliori persone che il Giappone avrebbe mai visto, ma agli occhi della storia, erano solo numeri insignificanti. Loro come tanti altri.
    Agli occhi della storia, le uniche persone di cui sarebbe valsa la pena cantare, erano persone come loro. Matti scatenati come quell'albino che aveva maciullato mutanti. O matti meno appariscenti, che correvano verso morte certa brandendo uno spadone ed aspettando che i TP si caricassero prima di lanciare il proprio Attacco Speciale.
    E' per questo che si narrerà di quel folle senza nome, il famigerato "ragazzo coi capelli neri e la giacca rossa", che correva caricando a testa bassa, con la presa ben salda su quel famoso spadone la cui punta accarezzava il terreno sotto di lui, lasciando dietro di sé una scia di scintille e causando uno stridio assordante, che in fine richiamò l'attenzione di non pochi abomini.
    Mostri deformi, quelli che capitarono a lui. Il cui aspetto era un ibrido tra i famigerati necromorfi tanto cari al Master Chief e quelle ciofeche che nel terzo effetto massa uscivano "dalle fottute pareti" [citazione necessaria], bestie sicuramente antropomorfe ma deformi, prive per qualche ignoto motivo di vestiti (che il nudismo stesse tornando alla ribalta...?) ma che siccome il rating è 12+ parevano esser privi di genitali e - soprattutto - erano tutti rigorosamente maschi e piatti, caratterizzati da una carnagione all'incirca rosa, leggermente più rossastra della media, e pieni di pustole e bubboni rigonfi. Ed anche se d'aspetto parevano assai precari, correvano come pazzi. E sembravano assai più scoordinati del nostro Player 1, visto che pur essendo più veloci di lui correvano in linea retta più o meno in ogni direzione, anche superandolo in corsa, per poi improvvisamente e senza criterio fare curve di non meno di 90°. Se l'angolo non era retto, non giravano. Al massimo, se proprio proprio, curve a gomito.
    Inconcepibile, ma... beh, non era lui a crearli così, no?
    Ai suoi occhi, erano solo aberrazioni. Non c'era umanità in loro. Non in quei movimenti, non in quelle curve, non in quegli sguardi. E per questo, ovviamente, non c'era pietà.
    Una semplice pressione di X, mentre era ancora in corsa, ed ecco che l'arma frizionò sul terreno, prima di slanciarsi in un violento uppercut che tagliò il primo necroabbietto da parte a parte, lasciando riversa sul terreno una cosa che - a seconda della modalità impostata (c'era Gore e c'era pure Soft, a scelta insomma) poteva giacere lì con qualche pixel di rosso in giro, o essere una sorta di fontana di sangue in HD con interiora che si riversavano al suolo bagnando gli stivali del nostro eroe. Il suo commento...?

    «Uhm... deludente.»

    I suoi occhi, infatti, accarezzavano quella scritta "Max Combo" che, suo malgrado, segnava ancora "1". In altre parole, "Chemmerda".
    Oh, beh, erano minion, ed era il primo livello del dungeon, c'era tempo e c'era erba da fumare, prima della fine. Senza contare che altri minion lo stavano diligentemente circondando.
    X, X, X: combo di base. Perfettamente inutile, visto che al primo colpo morivano. Uno dopo l'altro. C'era da ridere per non piangere, visto che con il medesimo fendente orizzontale aveva ammazzato quattro "nemici", uno dopo l'altro, ripetendo lo stesso, medesimo teatrino: tondo che divideva gli avversari in due parti, fendente a vuoto, e lo stab finale che colpiva sempre e solo aria.
    MOLTO deludente.
    Per questo, quando il sesto ed ultimo avversario s'avvicinò, provò con A, X, A.
    Il risultato fu un pelino più soddisfacente, visto che il Combo Counter toccò il 2, ma... Pugno in faccia, a stordire il necroabbietto, fendente che lo aprì in due, e un calcio tirato al... nulla, visto che il nemico era già crepato.
    Ok, se voleva fare qualcosa di utile, doveva ficcarsi la spada nel... fodero. Sì, fodero! Che vi pensavate...?

    La lama sferzò rumorosamente il vento un paio di volte, prima di mulinare tra le sue dita e finire riposta nel fodero che il ragazzo portava sulla schiena. Sparò un sorriso, tanto per tirarsi la posizione, quindi prese a camminare. Del resto veniva dal lato "sfigato" della stazione, dove in teoria non era rimasto nessuno: era normale che ci fossero pochi mob, lì.
    Ma presto si sarebbe rifatto, visto che poco più avanti c'erano le scale, e dalle scale scese niente meno che...
    niente meno che...
    ...

    «E tu chi cazzo sei...?»

    Esemplare MAJ-123
    Alba


    «Uh, uh, il primo boss! Il primo boss...!»

    Come fece a capirlo...? Beh, oltre al fatto che di colpo era apparso sul menu a sovrimpressione il nome del nemico - e solo i boss hanno un nome che non sia dozzinale - di fianco era uscito anche un HUD con tutte le informazioni utili sul nemico. Punto debole, punto forte, segni particolari... e che cavolo, qui sul serio c'era qualcosa di sbagliato: non aveva nemmeno usato Scan...!
    Per questo si ritrovò a premere START per cambiare le impostazioni di difficoltà da "facile" a "medio" (difficile no, prima bisognava vere quanto scalava l'I.A.: Game Over al lv 1 non era il caso... troppo una brutta figura, poi!).
    C'erano anche alcuni minion a seguirla, ma non si curò di loro, quanto piuttosto di un'altra figura arrivata dalla direzione opposta alla sua.
    E ora chi diamine era quel tizio?! Attese qualche attimo, ma per lui nessun HUD.
    Tutto ciò che sapeva era che aveva di fronte un ragazzo apparentemente normale e privo di segni evidenti di mutazioni finite male, se non un albinismo "sospetto" e due iridi rosso fiamma.

    «Hoy...! Sei mica un NPC...? Ti serve una mano...?»

    Beh, suvvia, si sa: se sono NPC hanno una subquest da darti. Altrimenti sono mob.
    In ogni caso, c'era una piccola situazione di stallo: Alba era scesa al piano di sotto, Richard era arrivato dai binari, e quello che prima o poi (si spera) avrebbe scoperto essere Accelerator era arrivato dall'ingresso. Quindi... che fare?
    Probabilmente avrebbe dovuto attaccare i Minion prima di attaccare MAJ-123, ma... boh, altre combo da 2 o 3...? E poi, aveva alzato un po' la difficoltà, non sapeva ancora in che modo approcciarli.
    Quindi, optò per il temporeggiare: Erba Verde.
    In Resident Evil si chiamava "Erba Verde" ed il suo scopo era "farti sentire bene". La si poteva consumare da sola, o si poteva concentrare, o mischiare con altre erbe. E quando la usavi, usciva un fumo tanto, tanto piacevole...
    E allora, per allentare un po' i nervi, lui se la fece, una tirata di Erbetta Verde...
    Si chiese se in giro avrebbe trovato anche un po' di Polvere Bianca...
    E i proiettili. Lui voleva i proiettili. Ne aveva solo 6, non poteva sprecarli così, non prima di averne una scorta. Erba, Polvere e Pallottole. Uhm, forse si stava facendo un po' pretenzioso, magari era il caso di limitare le sue ricerche...
     
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